È ancora ad un italiano, Guido Monaco, conosciuto anche come Guido d’Arezzo, che dobbiamo l’invenzione delle note e del rigo musicale di quattro linee (tetragramma). Vissuto tra il 990 e il 1050, Guido era un monaco benedettino e curava l’insegnamento della musica; tra il 1025 e il 1035, insegnò presso la Cattedrale di Arezzo, e qui ebbe modo di proseguire gli studi, giungendo alla definizione della notazione musicale: un’invenzione che rivoluzionò il modo di insegnare, di comporre e tramandare la musica. La notorietà che la diffusione del suo famoso trattato, il Micrologus, gli diede in tutta Italia, fece sì che fosse addirittura invitato a Roma da Papa Giovanni XIX. È a Guido d’Arezzo che dobbiamo il nome delle note tuttora in uso, ad eccezione del Do che nel 1260 ha sostituito l’originario Ut.

GUIDO D’AREZZO AND THE NOTES
It was another Italian, Guido Monaco, who was also known as Guido d’Arezzo, who invented the notes and the four-line staff. He lived between 990 and 1050 AD, Guido was a Benedictine monk and a music teacher; between 1025 and 1035 he taught at the Cathedral of Arezzo, where he continued his studies and developed the musical notation: this invention revolutioned the methods of teaching, composing and writing music. His famous treatise, the Micrologus, became so widespread in Italy that he was invited by the Pope John XIX to Rome. To Guido d’Arezzo we owe the names of the notes, except for do, which replaced the original Ut only in 1260.